Terremoto del 2016, ferita aperta sul patrimonio culturale delle Marche

di Claudio Vagnini

«Va in briciole la memoria della nostra storia. Dunque, il senso stesso della vita, quello che eravamo, il perché di come siamo. Perdita dal valore incommensurabile, danno irrecuperabile, oblio per le generazioni a venire»

(Salvatore Settis)

Parte del territorio della regione Marche è stato colpito dal sisma del 2016 ed il patrimonio culturale è stato pesantemente danneggiato. Le scelte, gli indirizzi, le strategie, l’intera politica culturale delle istituzioni e dei soggetti che operano in questo ambito non possono che essere rivolti ad una politica di tutela e di conservazione, con importanti interventi finalizzati alla messa in sicurezza delle opere ed alla successiva attività di recupero, ripristino, restauro e “restituzione” alle comunità. 

Il patrimonio culturale e il paesaggio delle Marche documentano la ricchezza della storia di questa regione. Le opere e le città d’arte, i borghi e i centri storici dell’entroterra sono un elemento fondamentale dell’identità regionale e contribuiscono alla qualità della vita individuale e collettiva di cittadini e turisti. 

Questo patrimonio è stato particolarmente ferito dagli eventi sismici, e questa ferita dovrebbe rendere ancor più consapevole la comunità regionale del valore identitario e delle potenzialità del bene culturale. 

Per sensibilizzare i cittadini marchigiani e i turisti, la Regione Marche ha promosso l’iniziativa “Mostrare le Marche”, un progetto che ha preso il via nel 2017 a Loreto con la mostra “L’arte che salva” e successivamente con ulteriori mostre a Macerata e Ascoli Piceno e, nel 2018, con tre rassegne espositive a Fermo, Fabriano e Matelica. Sei mostre con l’intento di valorizzare il patrimonio culturale delle aree colpite dal sisma, utilizzando le opere d’arte provenienti dai musei e dalle collezioni pubbliche ed ecclesiastiche interessate dall’ultimo terremoto, e messe in sicurezza nei depositi attrezzati del MIBAC.

Purtroppo, fra le case museo presenti in questo sito, sono inagibili e chiuse totalmente a causa del terremoto: il Castello Pallotta a Caldarola, il Castello di Lanciano a Castelraimondo e Palazzo Parisani Bezzi con le Sale Napoleoniche a Tolentino. Il Museo Piersanti di Matelica ha invece riaperto parte dei suoi spazi anche se il piano nobile è ancora chiuso.

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